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Caption: Lo Tsunami.
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Caption: Cos’è lo Tsunami? Il Maremoto (composto di mare e moto, sul modello di terremoto) detto comunamente Tsunami (in giapponese “onda del porto.”) è un moto ondoso anomalo del mare, originato da un terremoto sottomarino o prossimo alla costa.
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Caption: Di solito l'onda di un maremoto rimane poco intensa e poco visibile in mare aperto e concentra la sua forza in prossimità della costa quando l'onda si solleva e si riversa più o meno dentro l'entroterra, infatti, una barca in mare aperto potrebbe anche non accorgersi del passaggio di un'onda di maremoto.
L'intensità di un maremoto dipende dalla quantità di acqua spostata al momento della formazione del maremoto stesso.
L’intensità è valutabile quando l'onda raggiunge le coste: in generale un'onda di maremoto che lungo il litorale non supera 2,5 m in altezza non provocherà grandi danni e i suoi effetti non saranno pericolosi, mentre un'onda di oltre 4–5 m in altezza sarà distruttiva per il litorale investito.
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Caption: Modellino rappresentante l'onda frangente di uno tsunami.
L'evidenza sperimentale suggerisce che un forte sisma non genera necessariamente un maremoto ed allo stesso tempo sismi della stessa magnitudo non generano necessariamente movimenti della massa d'acqua della medesima intensità: l'occorrenza del maremoto dipende infatti dalle modalità con cui si modifica o altera il fondale oceanico nei dintorni della faglia, cioè dal tipo di scorrimento della crosta oceanica in corrispondenza della frattura tra placche tettoniche.
Alcuni maremoti possono innescarsi anche se l'epicentro del sisma non è localizzato al di sotto della superficie oceanica bensì nell'entroterra costiero a pochi chilometri dalla costa: generalmente ciò avviene con terremoti di intensità elevata o catastrofica, in grado di produrre comunque grandi spostamenti d'acqua anche ad una certa distanza dal mare per semplice propagazione delle onde sismiche dall'entroterra verso la superficie d'acqua o per il moto dell'intera placca.
La forza distruttiva di un maremoto è proporzionale al volume d'acqua sollevato e dunque un terremoto avvenuto in pieno oceano può essere estremamente pericoloso per le zone costiere limitrofe se in grado di sollevare e spostare tutta l'acqua presente al di sopra del fondale marino anche solo di pochi centimetri. Per questo motivo, terremoti sottomarini che si originano al di sotto di superfici d'acqua profonde, al limite nei pressi di fosse oceaniche, generano tsunami più devastanti rispetto a sismi che si originano sotto superfici marine meno profonde.
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Caption: Quando un maremoto si origina e si propaga nei pressi della linea costiera, lo si definisce locale.
Quelli di origine tettonica, riescono a propagarsi per migliaia di chilometri attraversando interi oceani, poiché gli scivolamenti del terreno in acqua e le esplosioni vulcaniche causano di solito onde di minore lunghezza che si attenuano velocemente. La velocità di propagazione dell'onda di maremoto in alto oceano è elevata, dell'ordine delle centinaia di chilometri orari, potendo raggiungere i 500–1000 km/h, con lunghezze d'onda di centinaia di chilometri e altezze centimetriche poco osservabili se non con particolari e apposite strumentazioni.
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Caption: Nessuna barriera portuale è in grado di contrastare un'onda di questo tipo.
I maremoti possono causare dunque gravi distruzioni su coste e isole con perdite di vite umane.
Le onde create dal vento, invece, muovono solo le masse d'acqua superficiali, senza coinvolgere i fondali, e si infrangono sulle barriere portuali. Ecco perché anche onde alte diversi metri, perfino una decina di metri (sono numerose sulle coste del Pacifico), provocate dal vento, non trasportano abbastanza acqua da penetrare nell'entroterra.
Un maremoto, invece, può rivelarsi devastante, perché la quantità d'acqua che trasporta subito dietro il fronte d'onda gli permette di riversarsi fino a centinaia di metri (talvolta anche per chilometri) nell'entroterra.
La penetrazione nell'entroterra è chiaramente facilitata se la superficie è piana e senza barriere naturali come rilievi o colline.
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Caption: Le zone più a rischio maremoto sono quindi quelle costiere in prossimità di aree sismogeniche, quali quelle presenti vicino ai confini di placche tettoniche dove si registrano i terremoti più forti della Terra: questo corrisponde sostanzialmente all'intera area della cintura di fuoco circumpacifica, su ciascuna costa occidentale ed orientale, e a quella dell'Oceano indiano, meno frequentemente nell'Oceano Atlantico e nel Mar mediterraneo.
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Caption: Il 26 Dicembre 2004, avvenne uno dei più catastrofici disastri naturali nel corso dell’epoca moderna, infatti risulta il terzo terremoto più violento nel corso di sessant’anni.
Ha causato circa 250.000 morti,
sia direttamente sia attraverso il conseguente maremoto manifestatosi attraverso una serie di onde anomale alte fino a quindici metri che hanno colpito sotto forma di giganteschi tsunami vaste zone costiere dell'area asiatica tra i quindici minuti e le dieci ore successive al sisma.
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Caption: Ha avuto la sua origine e il suo sviluppo nell'arco di poche ore in una vasta area della Terra: ha riguardato le regioni costiere dell'Indonesia, dello Sri Lanka, dell'India, della Thailandia, della Birmania, del Bangladesh, delle Maldive giungendo a colpire le coste della Somalia e del Kenya (ad oltre 4.500 km dall'epicentro del sisma) destando per questo, insieme all'ingente numero di vittime, notevole impressione tra i mezzi di comunicazione e in generale nell'opinione pubblica al mondo.
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Caption: Successivamente a questa catastrofe, il governo tailandese ha immediatamente approvato all'unanimità una proposta di intervento per la prevenzione di tali disastri ed ha formulato un programma sistematico per l'evacuazione delle aree nelle province litoranee sul Mar delle Andamane di Thailandia. Il programma d'evacuazione ha previsto l'installazione di un sistema pubblico di allarme immediato e l'indicazione dei punti di riunione ed itinerari per l'evacuazione più brevi dalla zona della spiaggia. In un progetto pilota, un sistema di allarme immediato è stato installato in tre punti strategici lungo la spiaggia di Patong. Successivamente, l'installazione dei sistemi di allarme immediato è stata realizzata in ciascuna delle sei province della Thailandia del sud, tra le quali Krabi. I dati sull'intensità di una possibile onda provocata da un ipotetico terremoto o maremoto saranno elaborati e trasmessi al sistema d'allarme immediatamente via satellite e nel caso in cui ci sia un'alta probabilità di occorrenza di uno tsunami, sarà lanciato un immediato allarme alle zone ad elevato rischio intorno alla Thailandia. Sistemi di avvertimento ed allarme composti da sirene, luci lampeggianti rosse, oltre a messaggi audio-registrati in varie lingue, entreranno immediatamente in funzione.
Questi allarmi devono però essere considerati soltanto come "avvisi di probabile Tsunami" e non come allarmi veri e propri.
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Caption: Istituto Comprensivo di Guidizzolo (MN).